AGNOSIS.
Le religioni popolari, templari o laiche che siano, emergono dall'ossessione delle razze, dai desideri della specie, e soppiantano, nel rito comune, liturgico e spettacolare, l'intimo colloquio con il Dio in ognuno. L'uomo vi si trova invischiato fin dalla nascita, coinvolto in prassi liturgiche d’auto-alienazione che lo consegnano, inerme, alla possessione collettiva.
Battesimo, Circoncisione, Iniziazioni, Tabù tribali, Educazione, obbligano l’individuo al rispetto, passivo, di un antico sopruso: alla tutela esautorante, che le confessioni religiose esercitano, su ogni soggetto nato sotto il loro dominio, anche quando questi mal sopporti, o non approvi per nulla, il diritto che esse pretendono di poter esercitare: sulla sua vita materiale, e sulla sua anima.
Per eliminare le paure ed i preconcetti, che le religioni hanno indotto e producono negli psichismi individuali, è necessario sciogliere i nodi: svelare la congiura sacerdotale, che condiziona la nostra vita, togliendo alle autorità religiose la maschera superstiziosa, integralista o serafica, per mostrarne il volto pietrificante: di Medusa.
L'orrore integralista d’ogni guerra di religione, e d’eresia, nasce e si spiega a partire dalla visione egemone delle regie sacerdotali, che sostituiscono il proprio pre-testo divino al Dio o Daimon individuante, trasformando gli uomini in servi, o in avversari belligeranti, ed irrigidendoli nella lotta eterna: fra un Bene, da loro stesse rappresentato, e un Male, che esse stesse dirigono e perseguono.
Chiediamoci dunque, perché mai Israele, piccolo paese marginale e apparentemente ininfluente, sia diventato, anche per milioni di individui non ebrei, e che gli ebrei disprezzano, la Terra Santa; e meditiamo, sul fatto che, più di un miliardo di persone, considera una letteratura nazionale ebraica, che non è affatto la loro, come la propria Sacra Bibbia; fa di una donna ebrea, l'ideale della femminilità e della maternità, e pone, al centro della propria devozione, e dei propri ideali divini, un uomo della stessa etnia giudaica, condannato, come pericoloso criminale, alla pena capitale della croce.
Mauro Likar
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