LA DIMENSIONE ESOTERICA DEL RESET
La luce acceca, la tenebra impedisce la visione, e nel silenzio del cosmo, fitto di segnali, emerge la stupidità degli uomini, che usano le forze e impiegano le invenzioni agendo brutalmente contro il mondo e se stessi. La natura non risponde alle domande, quando sono prive del semplice stupore, e quindi tace, mentre ogni pietra, ogni pianta, ogni mattino del mondo, con le sue piogge e le sue aurore, suggeriscono solo all’arte e all’innocenza infantile mille “realtà” pregne di significato. La soluzione dell’enigma risiede nell’intimo chiarore dell’uomo; in un apparire rifattosi “mistero”.
Il silenzio del cosmo si compone di simboli, ma il colore del frutto ancora non parla all’uomo del suo farsi sapore, e il ritorno ciclico delle stagioni non gli ricorda più l’eterno ritorno delle anime. I pianeti tracciano ellissi, disegnando lettere di alfabeti che l’uomo non riconosce, ed i venti sussurrano alla sua ignoranza ignoti messaggi pieni di significato. Il cosmo ci interroga, pieno fino all’orlo come la coppa del Grahal, e ci invita a porre la domanda che ci illumini sul senso del suo percorso.
La natura tace e attende: lo spirito è questa attesa d’ascolto perenne, questo fermarsi consapevole nella ricerca dei significati all’interno dei segni. Il canto degli uccelli apostrofa gli uomini con la voce di un Dio, ed indica che in ogni suono, e in ogni silenzio, c’è un senso implicito che va compreso. Ogni uomo talvolta avverte la voce che gli mormora il proprio intimo senso, svelandosi attraverso il gioco delle somiglianze, che sono accolte con infantile stupore solo da chi frequenta la creatività.
Eccoci quindi a porre la questione ultima del mistero, vibrando l’unico quesito checonsegna, chi lo pone, all’enigma; mettendolo faccia a faccia con se stesso:
C’è un segreto nel mondo?
Chi lo possiede?
Come lo si può condividere?
Il silenzio del cosmo si compone di simboli, ma il colore del frutto ancora non parla all’uomo del suo farsi sapore, e il ritorno ciclico delle stagioni non gli ricorda più l’eterno ritorno delle anime. I pianeti tracciano ellissi, disegnando lettere di alfabeti che l’uomo non riconosce, ed i venti sussurrano alla sua ignoranza ignoti messaggi pieni di significato. Il cosmo ci interroga, pieno fino all’orlo come la coppa del Grahal, e ci invita a porre la domanda che ci illumini sul senso del suo percorso.
La natura tace e attende: lo spirito è questa attesa d’ascolto perenne, questo fermarsi consapevole nella ricerca dei significati all’interno dei segni. Il canto degli uccelli apostrofa gli uomini con la voce di un Dio, ed indica che in ogni suono, e in ogni silenzio, c’è un senso implicito che va compreso. Ogni uomo talvolta avverte la voce che gli mormora il proprio intimo senso, svelandosi attraverso il gioco delle somiglianze, che sono accolte con infantile stupore solo da chi frequenta la creatività.
Eccoci quindi a porre la questione ultima del mistero, vibrando l’unico quesito checonsegna, chi lo pone, all’enigma; mettendolo faccia a faccia con se stesso:
C’è un segreto nel mondo?
Chi lo possiede?
Come lo si può condividere?
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