mercoledì 17 marzo 2010

L'AFFARE TUTANKAMON

L’Affare Tutankamen:
un curioso Prologo Ebraico

Il Quinto conte di Carnarvon, George Stanhope Molyneaux Herbert, si spegne a 57 anni in un Hotel del Cairo, il 5 Aprile 1923, alle ore 1.55 della notte, dopo avere sostenuto finanziariamente la scoperta archeologica del secolo fatta da Howard Carter: la Tomba ed il Tesoro di Tutankamen, genero del faraone eretico egiziano, di sangue misto Hyksos, Akhenaton. Lo uccide una setticemia, causata dalla banale puntura di un insetto, infettata da una rasatura affrettata e dal tocco virulento d’una mosca egiziana.

Lord Carnarvon si porta dietro, nella tomba, un segreto che se fosse di pubblico dominio, causerebbe un Caos religioso e politico tale da mutare l’assetto della storia, e da minare alla base le rivendicazioni sioniste ebraiche al possesso della Palestina. Di questo segreto, solo un altro uomo è al corrente: lo scopritore della tomba di Tutankamen, Howard Carter.

Carter è un acquerellista di talento come suo padre, Samuel, ed è nato a Kensington, a Londra, il 9 maggio del 1874. Cresce a Swaffham, un villaggio del Suffolk, e a 17 anni viene ingaggiato, come illustratore, nelle spedizioni egiziane del British Museum. Carter diventerà uno degli egittologi più famosi di tutti i tempi. Sotto la direzione di William Mattews Flinders-Petrie, partecipa agli scavi della città del faraone eretico Akhenaton, Tell el Amarna.

Akhenaton, Hyksos-ebreo per parte di madre, rompe con il politeismo tradizionale egiziano praticato da più di 3000 anni, ed adotta ed impone un Monoteismo solare al cui centro si trova Aton, o Adon. Proibisce l’adorazione d’ogni altro Dio o Dea, ne depone i sacerdoti, e lascia che i loro templi cadano in rovina, razziando le loro entrate ed i loro beni e deviandole al Tempio di Aton ad Akhet Aton: l’orizzonte del Sole, nome egizio di Tell el Amarna. I Sacerdoti del Grande Dio Egizio Amon- Ra il Dio principale d’Egitto, perdono così di colpo potere, influenza, e beni.

Restano al loro posto solo i Sacerdoti del Sole di On od Heliopolis, e di Horus dell’Orizzonte, che, nella sua forma di Ra-Herakti viene adottato come una legittima manifestazione di Aton. Akhenaton dà inizio ad un caos religioso, e ad una rivoluzione culturale ed artistica, che snatura e devasta completamente il patrimonio tradizionale e spirituale egiziano, introducendovi motivi materialistici e uno stile naturalistico completamente alieni alla genuina cultura egizia. Il suo Regno finisce dopo 13 anni di tirannia, e dopo il breve regno del suo successore: Smenkhkare,fratello di Tutankhamon, che muore assassinato.

La restaurazione delle antiche prassi religiose e immaginali, inizia già sotto il regno del giovanissimo Re Tutankhamen, che, pur imparentato con l’Eretico Akhenaton, avendone sposata una delle figlie, riporta la corte da Tell el Amarna a Memphis, e nomina come proprio reggente il generale Horemheb, mentre Ay, il vecchio visir di Akhenaton diventa il suo consigliere ed amministratore personale.

Dopo che anche la prematura morte “accidentale” di Tutankhamen ha avuto luogo, e dopo l’interregno di Ay, durato 4 anni, sale al trono Horemheb, che rade al suolo la città di Tell el Amarna e fa togliere dalle iscrizioni tutti i riferimenti ad Aton ed al suo culto blasfemo. Le statue di Akhenaton vengono distrutte, ed i nomi dei 4 faraoni di Amarna: Akhenaton, Smenkhare, Tutankhamen ed Ay, spariscopno dalle cronache ufficiali egizie. Ora il Conto Dinastico, prima di lui, torna al tempo di Amenhotep III, padre di Akhenaton, che ha dato inizio alla infausta reggenza di quel figlio bastardo ed antiegiziano. Da allora, anche il ricordo del Re eretico e dei suoi successori, verrà bandito dall’Egitto.

L’Eresia monoteista di Amarna attrae enormemente l’interesse di Howard Carter, che nella stagione invernale 1891-1892 si avvicina personalmente agli scavi, facendo dei ritrovamenti importanti. Nel 1904 Carter diviene Ispettore generale dei monumenti del Nord Est del Paese, ma poi rassegna le dimissioni ed inizia le sue personali ispezioni della Valle dei Re, alla ricerca della tomba di Tutankhamen. Suo sponsor, nel 1914 è Lord Carnarvon, che sostiene finanziariamente Carter fin dal 1909, quando essi hanno esplorato insieme la necropoli Tebana sulla riva sinistra del Nilo.
Essi scoprono la tomba di un governatore di Tebe della XVIIIa Dinastia: Tetiky, ed un’altra tomba in cui trovano due tavolette di legno che contengono un resoconto di come il Faraone Kamose, nel 1570 A.C. ha sferrato un contrattacco contro i Signori della Guerra Hyksos, entrati in Egitto dalla Siria-Canaan. Questi invasori, che regneranno in Egitto per più di 300 anni, hanno vinto con facilità i Faraoni, grazie alla superiorità della loro tecnologia militare: Archi compositi più potenti e micidiali di quelli egiziani, armi di ferro, e carri da guerra guidati da ignoti animali: i cavalli.

Dopo avere assoggettato il Basso Egitto, gli Hyksos stabiliscono la propria capitale ad Avaris, adottando come Dio Egizio Seth, che ha gli stessi attributi del loro Baal-Apiru. Gli Hyksos stringono una stretta alleanza con i sacerdoti del Culto del sole Ra, di Heliopolis, i cui sacerdoti acconsentono a proclamare questi stranieri Faraoni, e Re Egizi. Nel sud del Paese, a Thebe, votata al Culto di Amon, il Dio nascosto, regna una Dinastia egizia che mira a rovesciare il potere degli Hyksos. Sotto l’egida di Kamose e poi di suo fratello Ahmose, la Dinastia Tebana riesce nel 1575 A.C. a Cacciare gli Hyksos dall’Egitto.

Lunedì 6 Novembre 1922, Lord Carnarvon riceve da Carter il messaggio della scoperta d’una Tomba stupenda; con i sigilli ancora intatti. La tomba di Tutankhamen viene profanata il 26 Novembre 1922, e Carter e Carnarvon vi trovano dei papiri che provano senza ombra di dubbio non il semplice rapporto di dipendenza e filiazione del monoteismo Ebraico di Mosé da quello di Akhenaton, ma il fatto che i due sono una sola ed unica cosa. Mosé ed Akhenaton sono forse la stessa e medesima persona. La prova sta lì scritta su quei papiri della tomba del genero di Akhenaton; Tutankhamen. Bisogna subito farla sparire.

Questi papiri chiacchierati in privato e mai rivelati al pubblico, presentano il vero scandaloso resoconto dell’Esodo degli Hyksos, o Ebrei, dall’Egitto. Diviene chiara anche la relazione fra l’Eretico Akhenaton, suocero e fratellastro monoteista di Tutankhamen, e Mosé: il legislatore “ israelita” che ha condotto quell’Esodo. I documenti danno una versione dei fatti che invalida completamente non solo la versione ufficiale e tradizionale della storia biblica ebraica, ma che rende risibili anche i presunti diritti dei sionisti ebrei-inglesi, capeggiati dai Rothschild, al possesso della Palestina Araba, promessa loro dalla corona Inglese solo 6 anni prima, con quella Dichiarazione Balfour che ha tradito la rivolta Araba del colonnello dell’intelligence inglese Lawrence.
Carter e Carnrvon fanno sparire velocemente questi documenti scottanti, capaci di cambiare il volto e la storia del Medio Oriente. Potranno servirsene, e forse li useranno davvero, come merce di scambio e strumento di ricatto e pressione: per poter trafugare fuori dall’Egitto parecchi “pezzi” dell’enorme tesoro del Faraone adolescente.

Secondo l’Antico Testamento, gli Ebrei sono giunti in Egitto all’epoca della Grande Carestia che infuriava nelle Terra di Canaan. Il loro Capo, Giacobbe, è il padre di quel Giuseppe venduto come schiavo dai fratelli, ma asceso a giusta fama presso la Corte Regale Egizia, grazie alla sua notevole capacità di interpretare i sogni del Faraone. Le sagge parole di Giuseppe e i suoi brumosi ma fortunati responsi, hanno evitato il disastro economico al Faraone, che, in premio, ha concesso al vasto Clan di suo padre di stabilirsi in Egitto.
Seguendo la mania tipicamente ebraica del cambiarsi il nome, Giacobbe prende quello d’Israele e i suoi figli diventano così gli Israeliti, che si moltiplicarono enormemente, facendosi disprezzare dal Faraone per le loro azioni poco oneste.

Così, secondo la Bibbia, inizia l’epoca del loro “giogo”. Poi sale al trono un Faraone che non ha conosciuto Giuseppe, e che vedendo il numero e la potenza degli Israeliti, si accorge anche che, quando l’Egitto è in guerra con qualche nemico, gli Ebrei spesso si uniscono a quello, contro i loro anfitrioni. Scatta così l’obbligo ai lavori forzati, ed essi devono costruire per il faraone la città di Pitom- e Ramses, alias Avaris. In seguito, il malvagio Faraone “proto-antisemita”, tenta, con l’aiuto delle levatrici e delle balie, di far uccidere ogni bambino maschio nato da genitori ebrei. Ma queste pie donne, temendo l’ira funesta del Dio di Israele, rifiutano d’eseguire gli ordiniscellerati del truce sovrano, e non si compie questa prima strage degli Innocenti. Fra le famiglie ebree che dovrebbero eliminare il loro ultimo nato, c’è anche quella di Am-Ram della casa di Levi: uno dei 12 figli di Giacobbe, che abita a Menfi con la moglie ed altri due figli, Minam ed Aronne. Essi nascondono il bambino per tre mesi, e poi lo mettono in un cesto di papiro, a galleggiare nascosto in mezzo ai giunchi del Nilo.

L’invenzione d’orribili stragi patite dal popolo ebraico, diventerà da allora, il cavallo di battaglia di ogni propaganda israelita. Data da qui, forse, la persistente tendenza ebraica all’esagerazione numerica, ed il voler presentare il proprio popolo, appena ciò sia possibile, come la vittima innocente di carnefici sempre ingiusti, ed alquanto insensati. I ripetuti Olocausti che gli ebrei affermano di aver subito, nel lungo corso della loro storia, e su cui essi fondano la loro proficua credibilità d’eterne vittime, e di popolo martire, sono invece, a ben vedere, la diretta conseguenza dell’operato delle loro Potenti Élites: il risultato reattivo alla loro violenta azione di conquista del mondo, a danno dei non ebrei: ovvero di tutte le altre Nazioni. I sionisti ebrei, enfatizzano sempre la reazione delle altre Nazioni nei loro confronti, ma evitano sempre, abilmente, ogni accenno alle loro azioni, che sono la causa e la ragion d’essere di quegli effetti nefasti.

Comunque sia, il pargolo ebreo viene trovato ed allevato come proprio, da una figlia del Faraone persecutore, e viene chiamato Mosé: il Salvato dalle Acque. Per altro, il racconto del salvataggio dalle Acque, nel canestro di giunco, è lo stesso riferito al Re Sargon di Accad, più di mille anni prima. Egli verrà istruito al Tempio di Heliopolis in tutta la saggezza degli Egiziani, e
cresciuto, li guiderà come generale in una guerra contro gli Etiopi. Lo troviamo poi adulto e ribelle, angosciato per lo stato d’afflizione dei suoi fratelli di razza, al punto da non trovare di meglio da fare, per aiutarli, che uccidere un egiziano e seppellirlo nella sabbia.
Scoperto il fatto, all'omicida Mosè non resta che la fuga nella terra di Median, presso una tribù di parenti Habiru; ai margini della penisola del Sinai. Qui egli risiede per lungo tempo, ha l'apparizione del Roveto Ardente, il messaggio divino, e l'annuncio della sua missione: formare e salvare, ovvero formulare ed imporre, il popolo di Israele. Allora Mosè riunirà al suo popolo, e guiderà l’Esodo.Nel frattempo, il Faraone "persecutore" è morto, e Mosè e il fratello, Aronne, tornano in Egitto, apparentemente senza problemi, chiedendo al nuovo Re di lasciar libero il loro popolo. Segue tutta la storia della lotta fra Mosè e il Faraone, e la favola dell'Esodo: con distruzione finale delle truppe egiziane nel miracolo del Mar Rosso.

Il nome Moschen, viene dal verbo Mescitihu, trarre, ma moschen è un principio attivo, e non passivo, e non significa quindi: Colui che è tratto dalle acque, ma Colui che trae della gente fuori da un qualche luogo; in questo caso, dall'Egitto. Mosè è anche un comunissimo nome egizio, che significa semplicemente Figlio. A parte la Bibbia di Mosé, nessun altro documento storico dell'epoca fa menzione di simili eclatanti e catastrofici avvenimenti; noti come le 10 piaghe d'Egitto. Tralasciamo quindi le allegorie apologetiche, e le evidenti mistificazioni del romanzo biblico, e veniamo ai nudi fatti.
La Terra di Gessem, è la parte dell'Egitto riservata alle popolazioni asiatiche che chiedono asilo nei periodi di carestia, o per qualsiasi altra ragione, e diventa, dopo la cacciata degli Hyksos, la Restricted Area per i resti di questa etnia Habiru: il loro primo ma non ultimo Ghetto.

I campi vengono dati in affitto, e vengono pagati con lavoro manuale. Il salario èmolto buono, tanto che nel deserto, con Akhenaton e poi con Mosè, i suoi nuovi accoliti possono rimpiangere amaramente il tempo in cui lavoravano in Egitto, mangiando pane e carne a sazietà. Certo il cambiamento di condizione, da invasori regali, a manovalanza salariata, non è indolore, e molti sono i crimini che ne derivano. Mosè stesso, a dire della Bibbia, non è che un omicida latitante. La Bibbia non cita nomi di Faraoni: né del feroce persecutore, né di quello sotto il cui regno dovrebbe essere avvenuta la famosa fuga dall'Egitto. Non risulta da alcun documento, che un sovrano d'Egitto abbia mai dato ordine di uccidere dei neonati.

Gli storici Ebrei parlano di Ramsete II, ma a sbugiardare questa erronea collocazione temporale, si pone proprio la Stele di Israele, che indica che a quel tempo, esiste già uno Stato ebraico che si fregia di questo nome. Si torna quindi al tempo della Cacciata degli Hyksos, e il cosiddetto Esodo degli Ebrei è quindi, in realtà, la loro Cacciata e fuga: l'espulsione di questi invasori, e parassiti stranieri, dalla Terra d'Egitto. Solo se Esodo e Cacciata coincidono, ha senso il numero spropositato dato dalla Bibbia per i fuggiaschi: 630.000 uomini dai vent'anni in su, tutti adatti alla guerra.
La Bibbia racconta la storia di Mosé e dei figli di Israele, nella Torah e nei cinquelibri che compongono il Pentateuco: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. Tutt’altra cosa è però la realtà storica di Mosé e dell’Esodo Ebraico.

"E i figli di Israele presero agli Egizi molti vasi d'oro e d'argento, e molte vesti e saccheggiarono gli Egizi".

"E fecero del pane azzimo cotto sotto la cenere, non avendo il tempo di farlo lievitare, perché gli Egizi li costringevano ormai a partire, e non permettevano loro dilazione alcuna."

I Pastori Asiatici Habiru, che in tempi di carestia bussano alle frontiere di Khem, la nera e fertile Terra d'Egitto, per pascere le loro greggi e gli armenti nelle praterie del Delta, vengono accolti dagli Egizi come bassa manovalanza, e sistemati in alcune zone a loro riservate. Approfittando di controlli poco rigorosi, costoro effettuano migrazioni sempre più numerose, prima autorizzate, e poi clandestine. Gli Egizi hanno un dichiarato disprezzo per questa "Gente della sabbia": lavoranti, operai, e mercenari che vendono sé stessi o i loro congiunti come schiavi stagionali. Durante la XIIIa dinastia del Medio Regno, venti o trent'anni di immigrazione clandestina e di procreazione incontrollata, fanno di questi nomadi di razza mista, semita, turco-mongola, e negra, una folla che, approfittando dell'instabilità politica del trono d'Egitto, fomenta delle rivolte che portano all'elezione di un proprio Re: Ciarak o Saratis: alias il patriarca Abramo.

Costui, con il sostegno dei suoi connazionali, rimuove dal Trono il negro Nehesi e Assume il titolo di Signore delle Due Terre, fondando la XIVa Dinastia. Da nord vengono a rafforzarne il potere delle armate appartenenti alla sua stessa etnia, che fondano e fissano ad Avaris, o Zion, una roccaforte con 250.000 soldati. Questa è l'invasione degli Hyksos, i Re Pastori, che gli egiziani chiamano Hyka-Khasut: Capi di paesi Stranieri. Gli Hyksos, hanno precedentemente già conquistato il Retenu: la regione comprendente gli attuali Israele, Libano, Siria, e parte della Giordania. Piombano sull'Egitto, consolidando un impero di cui Avari diviene il centro geografico e politico. Essi hanno armi segrete, sconosciute agli egizi: le corazze di scaglie di ferro, gli archi compositi a lunga gittata, ed il Carro da guerra trainato da due cavalli. L'invasione, la prima nella storia d'Egitto, avviene senza colpo ferire; e
Sarstis assume tutte le prerogative di un Faraone Egizio. Il periodo di dominio degli Hyksos, durerà 300 anni, ed il loro impero, costituito da città confederatesi in un'alleanza bellica si estenderà in Galilea, Siria e Turchia. Gli Hyksos sono etnicamente degli “Ibridi” privi di omogeneità razziale, ma hanno un Dio comune: Baal- Apiru, che essi collegano, in una propria versione caricaturale e “Satanica” al Dio Seth egizio.

Durante la XVIa Dinastia, Thebe, in cui regna parallelamente una Dinastia egizia, pur costretta al tributo, mantiene una completa autonomia ed apprende dagli invasori una tecnica bellica infinitamente più progredita di quella egizia precedente. Impara soprattutto l'uso dei cavalli, che gli Hyksos hanno portato dalla Mongolia, stanziandone grandi allevamenti nel Delta del Nilo. Solo nei 300 anni del dominio Hyksos, gli Habiru, o Ebrei, loro omonimi, possono occupare dellecariche di governo a cui, in un Egitto libero, essi, considerati “Impuri”, non avrebbero mai avuto accesso. Così l'ebreo Giuseppe, che per il faraone Hyksos Apopi è un connazionale, può diventare il Visir Yuya -Sesep, e Akhenaton, anche lui ebreo per parte di madre, può accedere, come figlio meticcio del Faraone, ad un'alta posizione sacerdotale e templare, nel culto di Aton, ad Heliopolis, ed ottenere poi il trono d’Egitto.

Thebe insorge durante la XVIIa Dinastia, ed il Faraone Sekenenre muove guerra ad Apopi, ma non ha successo, come dimostra la sua mummia dal cranio fracassato a colpi di clava e di arma da taglio. Ahmose, suo figlio, riprende le ostilità e dopo una serie di fortunate campagne belliche, riesce a cacciare gli Hyksos. Il nemico è inseguito fino in Galilea, dove si asserraglia a Sciaruhen, che infine cade, espugnata dopo tre anni di assedio. In questa campagna viene distrutta anche Gerico. La vittoria deve essere definitiva, perché la storia, da allora, non dà più notizia degli Hyksos; almeno non più con questo nome. Essi difatti, ridotti al rango di falsi Re, spodestati e fuggiaschi, assumono il loro vero nome, e, come Hapiru, o Ebrei, intraprendono una guerra in proprio, che continua fino ai tempi di Akhenaton; bruciando città e conquistando regni.

Gli Ebrei sono, come abbiamo detto, l’élite e la casta regnante e guerriera degli Hyksos. Intanto, Ahmose inizia una completa epurazione degli Hyksos all'interno dell'Egitto; ne confisca le proprietà e le distribuisce ai propri soldati. Poi, conquistata la Nubia, retta da re Etiopici, cinge la Doppia Corona fondando la XVIIIa Dinastia. Muore dopo un regno di 22 anni, lasciando un Egitto solo apparentemente libero dagli Stranieri, e totalmente esausto.

Nel Marzo del 1924, Howard Carter, in rotta di collisione con le autorità, che vogliono ostacolare l’esportazione del “Teasoro” e lo accusano di aver trafugato parte del “ regio bottino”, piomba negli uffici di un funzionario britannico al Cairo, minacciando di rendere di dominio pubblico i documenti segreti trovati nella tomba, fornendo così il vero resoconto dei fatti, registrati dal governo egizio dell’epoca di Tutankhamen, e dell’”Esodo” o cacciata degli Ebrei -Hyksos dall’Egitto. Evidentemente, i documenti contengono una versione di quell’”Esodo Ebraico”, ben diversa da quella comunemente nota, e supinamente accettata, e, dal punto di vista politico costituiscono per gli Inglesi un materiale assai pericoloso

Lo storico egizio Manethone, dice che il Faraone Amenophis seppe dal veggente Amerophis, di Paphis, che l’unico modo per “rivedere gli Dei” era quello di liberare il suo Regno da tutti i “Lebbrosi” e gli “Impuri”, ovvero dagli Hyksos invasori da tutti i “contagiati” loro discendenti: le loro concubine, e i loro figli bastardi per parte di padre o di madre. Amenophis esilia ed emargina dal resto della popolazione egizia questi Ibridi “lebbrosi ed impuri”, stranieri all’Egitto; li fa circoncidere per meglio distinguerli, ed assegna loro come dimora obbligata la città deserta di Avaris, o Zion che era stata la precedente residenza dei loro ascendenti Hyksos, e che diviene forseil primo “Ghetto” Ebraico. Dopo avere occupato la città, questi resti dell’Etnia Israelita o Hyksos, la utilizzano come base per la propria rivolta, ed eleggono un loro capo, scelto fra i sacerdoti di Heliopolis appartenenti alla loro razza: Osarsiph. Gli giurano obbedienza, e questi proclama nuove Leggi essenzialmente opposte agli usi Egizi. Impone di non adorarne gli Dei e di astenersi dal mangiare gli “Animali sacri”, ma di distruggerli tutti.

Osarsiph ordina anche di non unirsi ad altri che non appartengano a questo “Patto” ed a questa “Confederazione Ebraica”. Osarsiph, sacerdote di Heliopolis, si mette a capo degli “Impuri” per muovere guerra al Faraone Amenophis. Egli si assicura il sostegno di altri sacerdoti, ed invia degli ambasciatori agli Hyksos di Canaan, per ricevere il loro aiuto.

Gli Hyksos, cacciati da Ahmose, una volta tornati a Canaan, hanno fondato la nuova Zion, Gerusalemme, e come premio per il loro aiuto, Osarsiph promette loro proprio la restituzione della loro vecchia Zion: la città di Avaris, che sono stati costretti ad abbandonare nella loro Cacciata e Fuga dall’Egitto. Accettata questa offerta, 200.000 Hyksos si muovono in aiuto di Osarsiph, ed insieme essi prendono il controllo dell’Egitto. Amenophis fugge in Etiopia, con 300.000 uomini, ed il “Popolo di Zion” unitosi ai propri discendenti “Contaminati” della XVIIIa Dinastia, inizia a trattare il resto del popolo egiziano in modo barbaro, terribile e malvagio, distruggendo le immagini degli Dei ed assassinando gli animali sacri. Osarsiph, che ha stabilite le loro leggi e la loro condotta, cambia allora il suo nome, e si fa chiamare Mosé. Akhenaton, Osarsiph e Mosé, secondo questo racconto, sarebbero una sola ed unica persona, con tre diversi nomi. Dopo 13 anni d’esilio, Amenophis ricostituisce il proprio esercito e dà battaglia agli Hyksos ed ai loro parenti bastardi e contaminanti, sconfiggendone e trucidandone parecchi, per poi inseguirli fino ai confini con la Siria.

Questa è la Storia dell’Esodo Mosaico, presentata da Manethone nel suo “Aegyptiaca”, ed è interessante rilevare che il governo di 13 anni di Osarsiph, alias Mosé, coincide anche perfettamente con i 13 anni di durata dell’Eresia Atonita di Akhenaton a Tell el Amarna, con i suoi 80.000 seguaci: gli “Impuri”, o Hyksos, evidentemente. Sarà Horemheb a cacciarli definitivamente dall’Egitto, purificando il Paese dalla loro “Lebbra materialista ed eretica”. Partendo dall’Assunto che il capo degli Impuri o ibridi Hyksos egiziani è un Sacerdote di Heliopolis, Osarsiph, che poi si farà chiamare Mosè, e che costui deve essere coetaneo di Akhenaton, se non Akhenaton stesso, allevato ed istruito anche lui dai sacerdoti di Heliopolis, è lecito pensare che fra i due esista uno strettissimo legame, e un’identità di persona, mascherata da nomi diversi.

L’ resia monoteistica di Aton, attribuita al meticcio Hyksos Akhenaton, ed il Culto monoteistico di Adonai- Jahvé, stabilito da Mosé, sarebbero un solo ed unico fenomeno, attuato da una sola ed unica persona, ma il secondo differisce dal primo e sembra esserne una mutazione egregorica posteriore, molto più utile ed esclusiva. Difatti, l’ Aton di Akhenaton, il sole che dispensa i suoi benefici all'umanità intera, è sì un Dio Unico, ma, appartenendo evidentemente all’intera umanità, non può essere il Dio esclusivo di nessun popolo e di nessuna razza in particolare. Il sole è di tutti, e brilla su ognuno in un modo ecumenico, che non garba certo al Nuovo demagogo del Sinai, sia esso Mosé o chi per lui, che, nella sua imitazione in negativo, fa di Jahvè Zion-Saturno “Il Dio Sole Esclusivo del solo popolo ebraico: il “Loro Sole-
Adonai”.

Il Dio di Mosè, Signore delle Tempeste, è un Egregoro elementale e planetario reso divino, che nutrito pazientemente al modo egizio, nell'esilio Medianita, è stato poi accresciuto e potenziato con anni di ininterrotta adorazione collettiva nel deserto. Ne è uscito un sole lebbroso denso di caligini; una Potenza Malefica che ha tutte le caratteristiche di un Egregoro Demiurgico: Jahvé-Zion- Adonai. Il Patto di Mosè e del Suo Elementale Planetario, che cresce come Dio “solare” esclusivo degli Ebrei, è un contratto chiaro: Essi si possiedono reciprocamente, more uxorio, in una relazione senza possibili defezioni. In cambio, Jahvè-Zion dà, alla sua Neo-Razza Ebraica, una diversità di elezione su ogni altro popolo, e una discendenza eterna che avrà la Terra in suo potere. Chi non accetta di scambiare Israele e il Dio El, o l’Aton di Akhenaton, con l’Adonai-Zion-Jahvé di Mosé, o del suo successore, viene massacrato sul posto o costretto alla fuga dalla stessa fazione di Mosè: i Leviti.

Poi il Nuovo Popolo Eletto inizia pazientemente l'olocausto, silenzioso ed occulto delle altre etnie, per appropriarsi di una Terra Promessa che era la loro: il Pianeta Terra. Gli antichi si stupiranno fin da principio, della diversità psicologica degli Ebrei: del loro materialismo e del loro Ateismo monolatrico, erroneamente definito Monoteismo Teistico. Chi parla a nome di Mosè, e del suo Dio Tribale, scrive Storia e Leggi, e, con la circoncisione l’ottavo giorno, infligge ai suoi soggetti l’oltraggio violentante da lui stesso subito, e l’”Impurità” di una ferita neurologica radicale, che plasma la Psiche del Popolo ebraico, deformandola ad immagine e somiglianza di Jahvè: falso creatore staccato dalla Natura, e che separa da quella anche l'uomo.

Contro il Panteismo monoteistico degli altri popoli, che vedono il divino in ogni
cosa e l'Uno in ogni frazione esistenziale, Zion-Jahvé oppone la monolatria mosaica: il “Non avrai altro Dio fuori di Me” che è la netta proibizione di adorare le proprie energie divine nella Natura e nel cosmo, e di costruire altre relazioni egregoriche, o di avere un erotismo individuale non finalizzato, pro creativamente, a produrre altri servi per Jahvè. Mosé, o chi per lui e a suo nome, esclude ogni altro Dio, e fa, del suo Demone delle tempeste, del Sole rinseccante, e dei vulcani, l’Incubo demoniaco d’ogni succubo ebreo.

L’Esodo Ebraico-Hyksos e l’Esilio di Akhenaton coincidono, ed avvengono nell’epoca di Amarna, quando il Faraone è nominalmente il giovanissimo Tutankhamen, come evidentemente dimostrano i papiri trovati nella sua tomba, ed occultati da Carter, perché costituiscono il vero e scomodo resoconto storico dei fatti realmente accaduti, raccontati dai veri egiziani, e totalmente diversi dalle storie imbastite dagli ex invasori ebrei dell’Egitto.
Verso la fine dell’Epoca di Tell el Amarna, quasi a segnalare la collera degli Dei contro l’Eresia Atonita di Akhenaton, una piaga senza precedenti travolge l’Egitto ed il Vicino Oriente: la Peste. L’epidemia di enormi proporzioni dilaga ovunque, e costa la vita anche alla madre Hyksos-ebrea di Akhenaton: Tyie, figlia di Yuya, o Giuseppe.

Il morbo “solare”, di cui gli Hyksos sono per gli Egiziani la vera causa spirituale, falcidia la popolazione, ed il racconto biblico delle 10 Piaghe e dell’uccisione dei primogeniti egizi, da parte dell’Iratissimo Dio ebreo, è il ricordo romanzato di questa epidemia devastante, che certo non ha risparmiato gli Ebrei, sue prime vittime. Agli Ebrei, o Shasu, fra cui il male è comparso per primo, e che avendo al loro interno un’alta percentuale di lebbrosi endemici, veicolano anche quest’altro morbo assai temuto, gli Egizi impongono la circoncisione; non certo come segno di “purificazione”, ma come marchio di facile “identificazione e d’evidente impurità”.

Come segno distintivo d’elezione, la circoncisione diviene, assieme alle normealimentari restrittive fobiche, parte essenziale della politica e della prassi di diversificazione del “Clan Ebraico”. Akhenaton- Mosé ed i suoi “Epigoni Leviti”,
pongono in atto un altro ribaltamento dei valori tradizionali egizi comuni agli altri popoli, che essi definiscono “Idolatri”, e fanno della circoncisione non quel marchio infamante e quella mutilazione che essa in realtà é, ma il sigillo contrattuale, elitario ed esclusivo, voluto proprio dal Loro Dio del Patto: Jahvé.

Mauro Likar

domenica 7 marzo 2010

SEDUZIONI


I SEDUTTORI MENDACI

Sospendi il flusso delle descrizioni apprese, elimina il pensiero che definisce la realtà,
ancorandola alle rappresentazioni dei propri ricordi. Tutte le teorie sono solo delle maschere condizionanti! Tu non sai nulla perché non c’è proprio nulla da SAPERE! Sentiti in ogni cosa, perché è dal SENTIRE ogni cosa che nasce in te la Gnosi senza limiti.

Abbandona i Modelli, i Metodi, le Culture, le Religioni, le Ideologie; essi sono il frutto avvelenato di pesanti condizionamenti: pregiudizi applicati “scientificamente”, seduzioni strumentali, che pretendono di convalidare, come fossero veri e realmente validi, i propri ristretti limiti mentali.

TERAPIA


GUARIRE DA CHE?

Libero dall’ampiezza e dal limite, dai pesi terrestri e dalle levità astrali, abbandona ogni mediocre strategia ed ogni accumulo. Evita di cercare altrove ciò che è già tuo. Tu sei vero, tu sei l’universo, tu sei il cosmo e i mondi.

Questo tuo varco di carne che ora chiami “Io sono” e solo una soglia corporea di percezione, che ti consente l’esperienza d’alcune dimensioni dell’immenso e molteplice Reale. Attraversa il diaframma degli eventi, e te stesso; tu sei la porta per cui transita il Dio: una sua apertura, un suo spazio esistenziale, una sua esperienza d’interazione spazio-temporale.
Fuori e Dentro tu sei sempre Uno: Te stesso.

Se decidi d’essere qualcosa, circoscrivi il tuo spazio nel recinto di quella decisione. Tu sei l’ampiezza, e non il fattore marginale con cui troppo spesso ti identifichi. “Io sono questo o quello” è un ferreo perimetro di opinioni codificate, che esclude molte altre eventuali possibilità. Ogni modello fisso è una regola fittizia che sovrapponi all’Io Essenziale: una semplice Maschera formale. Tu sei l’intero e sei la parte; tu crei ciò che puoi vedere, ma non ciò che in te vede.

Al di là d’ogni tua forma attuale e contingente, tu sei pura Esistenza: Vita divina ed Eterna. Sei qui, ora, perché l’abisso che esplori ora è qui.

Mauro Likar

ARS


ARTE E MESSAGGI

Accetta il dono del Dio e degli Dei, sue forme molteplici, quando ti tocca con un’espressione di abbagliante purezza. Fuoco nella Terra, essere non umano, non trasmissibile, Tu sei l’Individuo metafisico: il segreto che si svela vivendo.

Tralascia il vaniloquio dei diversi saperi, e sappi solo ciò che il diretto contatto con il tuo essere divino, dice di te. Abbandona il gusto elitario del segreto, e l’umana debolezza che lo contraddistingue e rivela. Tutto è già chiaro, libero da simboli e significati, ma intenderlo efficacemente dipende solo da te. La Via Regale è il Silenzio, privo di nomi altisonanti.

M.L

EXALT

L'Esaltazione.

Non sei un essere umano che ha un'esperienza spirituale e divina;
Sei uno spirito divino che si concede ad un'esperienza umana.

Recidi l'embrione difettoso, che ti obbliga al ruolo infausto della vittima sfiduciata ed etero-diretta, costretta a subire il volere altrui contro il prodigio della tua rapace volontà e del suo tragitto, e ricorda di non nutrire in te la rappresentazione dello schiavo felicemente adattato alla diaspora nella condizione servile.

Frapponi la tua rieducazione basilare e concreta, nella carne, alle Religioni che ti impongono di separarti dal tuo cammino, e di essere schernito, destituito, e mortificato, come vittima sconcertata di chi ti pensa, e possiede, come un bambino indifeso, da adeguare ad un comportamento di pezzente: sempre misero e conforme.

Sei difettivo quando non gestisci autonomamente la tua vita, regalando alle Religioni il dominio sulla tua mutazione salvifica, e sui tuoi sogni. Una Folla di personaggi autoritari sconfessa la sapienza soprannaturale del tuo Genio, ti scinde dal suo Virgen nascosto, e ti affossa nella stanchezza inutile ed agitata della Specie, incatenandoti, disarmato e nudo, al solco e all'aratro di una salvezza genitale; nella rotaia difettosa della stirpe mutevole.

L'Ordinario ti ha messo il morso e la briglia, e ti guida dove meglio gli pare, disquisendo di posterità da conquistare per misericordia di genitore, o gettandoti nella miseria di una compassione suggestiva, che ti elegge e confina nella legione dei Re prematuri di Edom, proscritti ed indistinti.

Converti la deprecazione, guidata a distanza, in amore del Virgen: maieuta che scocca
nella tua natura la lussuria della concordanza inversa, e del godimento carnale infruttuoso.
Sii inusitato, straordinario e scintillante, vituperato e terrificante nel tuo risentimento. Congiungiti al tuo essere Vir-geniale: ricettivo, arrogante, e solenne come una Notre- Dame infera: nera e scarlatta, avviandoti a far nascere in te il Re Fanciullo: HoruSeth, scintilla divina che dà forma al "tuo morto a sé stesso", rieducandolo al candore daimonico e all' ad-irarsi possente.

Appoggi e nutri il germe negativo e distorto del devoto romantico, con l'energia della
preoccupazione appresa, che inventa lo psichismo erosivo della vittima, e una debolezza circonfusa di luce religiosa.

SILENZIO


IL SILENZIO È IL MISTERO

Ogni Silenzio è un vuoto di Mistero, che richiama la risata del Dio in te. Ogni sorriso umano è un’assenza di parole che denuncia la presenza della divinità; spegnere quel sorriso, significa negare il Dio che lo manifesta: cessare di sentirsi in esso.

Se avverti il vuoto, senza interpretare il silenzio, scopri il nucleo della tua stessa Presenza: quel Dio che vive in te, e di cui tu vivi. In assenza di simboli, tu sei il segnotrasmuta la psiche.

M.L

PRAXIS


SUPERARE OGNI PRAXIS

Ogni preteso esoterismo, ogni Prassi, è un inutile fraintendimento, che pretende di definire l’indefinito: l’indefinibile. Ogni cultura è una menzogna con cui tradisci te stesso, ogni Tecnica è una fissità paralizzante, ogni Tradizione è un fatale tradimento educativo. Tu vivi, ed ama ciò che in te vive; il resto è l’inutile accumulo di opinioni e confronti altrui.

Supera ogni idea di Maestria ed apprendimento, ed apriti alla Natura in te. Non pre-dire nulla, taci, e in quel silenzio gravido d’una luce che elimina ogni immagine, partecipa a te stesso! Vivi vissuto, fuori dai labirinti del sapere, libero da enigmi, danze, miti, riti, e abili mezzi d’incantesimo.

M. Likar

LA POSTA IN GIOCO

LA POSTA IN GIOCO È IMMENSA

Lo puoi comprendere chiaramente, quando osservi le violente reazioni degli avversari di una Sapienza Magica che, nel dare conoscenza, potenza, e felicità, respinge i limiti umani. Essa si allontana dalla prudenza del dotto e del moralista, dalle teorie astratte del filosofo e dall’indeterminazione delle scienze accademiche; il Mago saggia un diverso sapere, ed attua un’arte che può riportarti al tuo Io essenziale ed al suo Dio. L’iniziato penetra in particolari concreti, e la sua conoscenza è un potere d’azione che rifiuta ogni diaframma, attuando ciò che gli altri possono soltanto sognare. Il Mago valica i limiti della materia: ha sguardo e udito divini, conoscenza del proprio e dell’altrui pensiero, e coltiva il ricordo delle esistenze anteriori. Il suo scopo non è quello di esibire il sapere o di mostrare i poteri, ma di sviluppare interamente se stesso, spingendosi in fondo all’uomo per ritrovarvi il suo Dio Archetipo e la sua unione con il cosmo. Il veggente è un uomo più e oltre che umano: egli è il complice dei suoi sogni e l’amante della propria estasi sacra. Il segreto del Grahal è confitto nella tua vita come un fungo che si erge nella terra; perciò non credere come un prete e non misurare come uno scienziato, ma, attento e consapevole, trapassali e realizzati, oppure perditi e svanisci nel tuo stesso incanto. O sperimenti la trasmutazione e ti aurifichi, divenendo prezioso oro, semplice e brillante, oppure rimani feccia inerte; ottuso veleno e piombo opaco.


IL GIOCO È IMMENSO, E TU SEI LA POSTA.

Non c’è nulla che tu possa apprendere, se non dal fondo di te stesso. Tu sei Mago e Magia, Sapere e Limite; Astro divino e verme della terra. Non attenderti nulla dalle Iniziazioni che qualcun altro può darti; tu solo puoi. La tua coscienza di te, portata al centro, è un potere d’azione senza diaframmi: l’unico che travalichi la materia. Abbandona il guardare, il conoscere, il pensare, l’attento esame dei ricordi, ed ogni conclusione che ne deriva.

L.M

sabato 6 marzo 2010

I SETTE DIAFRAMMI

I SETTE DIAFRAMMI

Infiniti messaggi provengono
dall’unico specchio di tutte le cose,
e il corpo, composto di molecole,
in realtà è fatto di esperienze
che vivono ovunque,
e in nessun luogo.

Ci sono sette strati di divenire che racchiudono e offuscano la realtà unitaria. Ogni involucro condensa e determina quello più interno, del quale costituisce una datamodalità espressiva.
Procedendo dal centro dell’essere verso la periferia si ha una coagulazione: unrallentamento dell’attività vibratoria a cui consegue una riduzione del grado di libertà della coscienza, ed una sua fissazione in determinate forme di Identità.

Il più periferico e virtuale dei corpi è quello fisico-denso, che sogna a causa di stimoli, perturbazioni e malattie fisiologiche, o causate da desideri repressi.

Il secondo è quello energetico, che, nel sogno, può uscire dal corpo senza limitazioni spazio temporali, ed è sensibile ai suoni, ai profumi e al colore.

Il terzo è il corpo emozionale o astrale, attraverso cui si interagisce con i diversi livelli di esistenza in Identità multidimensionali conosciute come “vite precedenti”. La mente astrale è anche in grado di esplorare l’infinita serie dei passati delle specie.

Il quarto è il corpo immaginale o mentale, che viaggia nelle due direzioni del tempo, e in cui passato e futuro diventano il presente.

Il quinto è il corpo spirituale, che attraversa il regno dell’individuale e del tempo, in cui il sognare si apre sull’eternità, collegandosi all’intero passato della coscienza consapevole.

Il sesto è il corpo cosmico, in cui si attraversa la soglia della coscienza, dell’inconscio, della materia e della mente; nei suoi sogni mente e materia sono un’unità indivisibile.

Il settimo è il corpo dell’unità originaria, che attraversa ogni limite e dimora nello spazio eternamente giovane; l’essenza di un’ampiezza totale e indefinita.

Se accetti totalmente te stesso non c’è tensione, ma presenza esistenziale unificante. La tensione nasce dall’immaginazione focalizzata sul futuro e sul desiderio di una diversa realtà, che ti impedisce l’esperienza della tua vita presente.

Nel corpo fisico la ricerca del benessere e della gioia vela l’implicita presenza della salute e della felicità; nel fisico, sogno ordinario e realtà sono alla loro massimaseparazione.

Nel corpo energetico, il desiderio inappagato di relazioni d’amore ottenebra l’implicita presenza dello stato erotico, libero da ogni condizionamento. L’energetico conduce al sogno totalmente desto, e porta alla conoscenza dell’immortalità, al di là della suggestione che convince a morire.

Nel corpo emozionale, le memorie ed i desideri registrati nelle esistenze multidimensionali, formano la tensione del volere e del non volere, offuscando la volontà, che, accettando d’essere desiderio, estingue ed esaudisce i desideri.
Qui sogno e realtà sono gemelli indistinguibili, e la mente crea visioni libere da ogni limitazione materiale.

Nel corpo immaginale, il pensare confonde la consapevolezza libera da immagini, che non va invece identificata con la mente.
Nella realtà immaginale ogni desiderio e ogni visione vengono proiettate ed esaudite, creando un formidabile terreno di identificazione.

Nel corpo spirituale, la ricerca della conoscenza costituisce la tensione che vela il ri-conoscersi immediatamente come consapevolezza estatica dell’esistenza. Nella realtà del quinto stato ogni dualità è esclusa, e il riflesso diviene il reale,
creando l’ostacolo di una verità riflessiva, concettuale e indiretta.

Nel corpo cosmico, la limitazione individuale è la barriera che separa dall’Entità Divina, impedendo la consapevolezza del fatto che, perdersi all’essere significa ritrovarsi nel tutto. Nella realtà del sesto stato sparisce lo specchio della mente-pensiero, e il sognatore si dissolve, lasciando un sogno cosmico che sembra autentica realtà; questo sogno senza sostegno è l’illusione che ancora ostacola l’esistenza di ciò che è.

Nel corpo dell’unità originaria la tensione avviene fra esistenza e non esistenza; qui la propensione ad esistere separa dall’origine: lo zero affrancato dalle simmetrie. Nella realtà dell’unità, sogno e realtà si fondono in una dimensione di pura consapevolezza.

Ogni realizzazione della presenza in uno stato è la porta d’accesso al livello che segue e, in ogni corpo-livello essa coincide con l’apertura di quello successivo. Tu inizia dal livello corporeo e vivi completamente in esso, senza pensare o tentare di raggiungere gli altri sei; quando gioia e felicità sono presenti senza alcuno sforzo, si apre in esse il varco attraverso il quale accedere al livello successivo. Lascia che il processo sia non intenzionale, e resta semplicemente consapevole del suo accadere.

Ricorda: nello spazio dell’ottava cessa la tensione delle sette note, e accedi all’estensione eterna della tua nota fondamentale: il non-corpo di luce adamantina,che è la tua Entità Essenziale.

Questi sono i sette corpi, i loro sogni e le loro realtà, che possono costituire un’apertura o un ostacolo all’esperienza dell’intero percorso.

La coscienza progredisce attraverso ogni formazione di Identità individuale, e muta, di conseguenza, la struttura e la capacità psico-mentale della sostanza fisica che va a comporre. Questo corpo, che oggi è un tuo mezzo di manifestazione, si sta progressivamente trasformando in materia-coscienza consapevole della tua Identità.

Le cellule del corpo possono diventare coscienti di te, come tu puoi divenire consapevole dell’Entità Globale di cui sei parte; puoi realizzare la mutazione che conduce oltre alla morte solo se capisci con il corpo che ciò è possibile, in quanto per il corpo sapere vuol dire poter fare. Il RESET sa che il segreto di ogni evoluzione si attua nel corpo e per suo mezzo; esso è la materia prima dell’Opera Alchemica.

Ogni specie evolve, e quella umana sta compiendo, a gradi diversi, un balzo che non è più solo mentale o psico-cardiaco, ma che sta avendo luogo in un corpo che la mente intuitiva e lo psichismo supermentale stanno formando: filandolo dallo stato superconscio ed intessendolo in una nuova materia completamente cosciente di sé.
Il vecchio mondo continua ad esistere, esercitando il proprio dominio sulla coscienza dell’uomo comune, ma già il nuovo essere si espande, e opera il RESET dei propri limiti umani.

Gli stati di sogno, di estasi o di meditazione sono ancora traduzioni della realtà proprie alla vecchia specie, che sa del super-umano quanto un pesce in un acquario sa del mondo che lo circonda.
L’uscita dalla razza antropoide sta avvenendo a livello cellulare: in cellule che immaginano per sé, con la propria mente, altre funzioni, altre possibilità, e un altro “stato”, completamente diverso di coscienza e di vita.

L’esistenza della mente cellulare turba l’uomo comune, proprio come un giorno la mente umana, pensante individualmente, ha sconvolto le ideologie delle scimmie antropomorfe.
Ogni RESET vibrazionale si attua, dapprima, disorganizzando completamente ciò che va trasmutato: l’illusione della morte, nata da una erronea percezione del mondo.

Se la percezione cellulare cambia, la malattia e la morte spariscono, dissolte in un’altra dimensione vibratoria.
Si tratta di trasformare il dolore e la morte grazie al potere delle cellule stesse, che allora tesseranno semplici corpi immortali.

Mauro Likar

mercoledì 3 marzo 2010

LUPO MANNARO



Werwolf

Da tempi immemorabili, i Werewolf, o Lupi Mannari, esistono nei sogni e nei miti della razza umana. Il flusso adrenalinico e l’acme e motivo prodotti dalla caccia e dalla guerra: dall’uccisione del nemico, e dal divorarne la carne cruda o dal bere il sangue delle prede uccise, ha prodotto nei millenni una “Memoria Atavica”, che, in certi individui particolarmente dotati, può evocare e manifestarel’Archetipo Ancestrale del “Lupo Mannaro”.

Si tratta di uno stato vitale ed energetico di furore rabbioso, auto-indotto, che I Greci chiamavano “Lussa”, e che gli antichi guerrieri-lupo Germani, gli Ulfedhnar, erano in grado di provocare, in sé stessi, volontariamente. La trasmutazione formale dell’Individuo umano, in un “Likantropos” o Uomo Lupo, è una delle capacità magiche che evidenziano il potere spirituale dello Shamano o del Guerriero Nordico; la prova della sua capacità di trascendere ogni limitazione psichica e fisica, connettendosi volontariamente alla forma ed alle qualità essenziali del Lupo, prescelto come proprio Totem, o Animale Archetipo.

Mauro Likar

martedì 2 marzo 2010

SHAKTI

EGREGORUS JAHVEICUS




LA NASCITA DELLE RELIGIONI EBRAICHE
AL PRINCIPIO FU L'EGREGORO,
E L'EGREGORO DIVENNE DIO


L'Egregoro o "Coscienza di gruppo", si forma quando una o più persone, si riuniscono per compiere una precisa azione, pensare secondo un dato schema ideologico, ed entro certe linee operative; in modo da sperimentare le esperienze emotive, spirituali, e fisiche, corrispondenti alla qualità dell'intenzione attivante.

Nell'Egregoro, le forze emotive, vitali e mentali, di tutti i componenti del gruppo, si fondono in una Forma Pensiero di Gruppo, o Elementale Artificiale, che, se nutrito per secoli, o millenni, diviene una Entità Energetica Divina; cioè un Dio artefatto e collettivo, che ha un potere infinitamente maggiore della somma delle menti che compongono il gruppo da cui è stato emesso.

Una Forma-pensiero egregorica, formata dal legame fra le parti consce, inconsce, e super consce di quanti contribuiscono alla sua costruzione e mantenimento energetico, è interrelata con molti livelli mentali; con altri aspetti di pensiero, e con multiformi valenze di energia Psichica. Per cui, essa non è la semplice addizione, ma l'elevazione a potenza, delle sue parti componenti.
Se il gruppo che ha proiettato l'Egregoro, cessa di incontrarsi nel rito dedicatogli, e di rimembrarlo e nutrirlo immaginalmente, questo potentissimo Elemento Artificiale non scompare, ma, entrato in latenza, può venire riattivato da un altro gruppo; che operi sulle medesime linee rituali, mentali, ed immaginali di quello originario.

La forma pensiero del nuovo gruppo, contatta allora l'Egregoro latente, lo re-vivifica, e questo riprende ad operare attivamente; attraverso i suoi nuovi canali espressivi.
L'Egregoro, opera attraverso lo psichismo dei membri del gruppo, che lo aggrega e sostiene energeticamente, attraverso l'uso ripetuto e quotidiano di rituali, cerimonie, visualizzazioni, scritture, recitazioni testuali, immagini dipinte o scolpite; cioè con strutture immaginali ed esterne, che ne fissano la Forma Pensiero, ancorandola ad una formulazione gradualmente sempre più completa, complessa; e potente.

Se il Rituale ed il Culto di un Egregoro in latenza, viene ri-membrato, riattivato, e praticato in accordo alle linee intenzionali dei suoi emittenti originari, dopo un dato periodo, la Coscienza Egregorica, sopita, si ri- manifesta; dapprima nelle vecchie modalità, per poi adeguarsi, lentamente, alle varianti immaginali e psichiche dei suoi nuovi Ri- compositori; e degli offerenti accidentali. Quando un rituale, degli scritti, e delle immagini simboliche egregoriche, sono state caricate ed attivate, in una pratica decennale, secolare, o millenaria, l'Elementale Artificiale che ne risulta, è un Centro di Coscienza sempre più potente; un Dio Particolare, in cui si organizzano i Poteri, le Facoltà, e gli Ideali di tutti coloro che, in quel lasso di tempo, hanno immesso nella sua struttura, l'energia dei loro pensieri, parole, ed azioni.

Non solo i viventi e gli incarnati, ma anche i disincarnati e le Entità sovrumane, che agiscono sull'Egregoro, richiamate per corrispondenza vibratoria, dai piani astrali e sottili, collaborano alla composizione complessiva della sua Forma; e del suo Potere. Difatti, ad ogni azione, resa esplicita nel livello materiale, corrisponde, per risonanza vibratoria, l'Energia implicita che essa riverbera, richiamandola dai livelli astrali e cosmici dell'Ologramma divino.

Perciò, fondando un Culto Egregorico sul piano fisico, simultaneamente si forma, nei piani interiori e sottili, una corrispondente Entità psichica di Gruppo, che diviene il Centro sottile della Coscienza, della Sapienza, e del Potere d’azione, a cui gli elementi della Con-gregazione tribale, sacerdotale, di un Popolo, o di una razza, che adori passivamente quel Dio arificiale, danno personalità ed energia individuale; e da cui attingono e ricavano l'Ascendente risultante, potenziato collettivamente. Questo Scambio, o Patto di Alleanza egregorica, ha luogo per tutta la durata della Pratica rituale, e cultuale, di un dato Egregoro; e si protrae nel tempo, attraverso la sua trasmissione cognitiva, scritturale, simbolica e di Lignaggio: cioè genetica e razziale.

La nozione di Egregoro astrale, spiega il lungo perdurare di idealità costruttive e distruttive, di cui le manifestazioni, o Epi-Fanie, variano di tempo e luogo, ma che sono, tutte, gli strumenti disponibili di una data realtà egregorica omogenea.I raggruppamenti umani che servono un dato Egregoro, cambiano, evolvono, spariscono, ma la Causa egregorica rimane, e può essere ripresa, più tardi, da altri individui; o da altre Mentalità dello stesso Tipo.


Gli impulsi mentali ed archetipi, sotto i quali un dato gruppo opera, sono in accordo con la sua stessa tipologia costitutiva, e, su di essi, si organizza, quindi, la struttura della Forma Pensiero di Gruppo: L'Egregoro che essi vanno progressivamente formando e nutrendo, con le proprie emozioni, concetti, intenzioni, e azioni rituali e simboliche. Su questa struttura primaria, si fissa allora, con lenta crescita, la materia vitale ed energetica del Corpo Egregorico: uno psicoplasma vitale capace di organizzarsi autonomamente, manifestandosi, in seguito al Grande Rituale del Richiamo di Gruppo, come Canale Fisico e come Incarnazione Materializzata dell'Egregoro stesso.


Questo prodotto, è il Figlio del Dio particolare di quel Gruppo: la Presenza Reale, richiamata in un corpo materiale, che ne manifesta l'energia, e il potere, sul livello fisico terrestre. Questo è, ad esempio, il possibile e tanto atteso Messia degli Esseni, e degli Ebrei. Così abbiamo un Egregoro divino per ogni Culto religioso, per ogni Razza; come ne abbiamo uno, Magico, per la Tradizione Cosmico Planetaria, che travalica ogni Religione Particolare.

Il Dio egergorico è, quindi, una Forma-Pensiero artificiale, fatta nascere e crescere nel tempo, dalla concentrazione, pilotata, di una generazione di devoti e seguaci dopo l'altra. Le Entità astrali della ritualistica magica, posseggono un'esistenza indipendente, come Forze-pensiero o Elementi di natura. Ogni oggetto inanimato, possiede, difatti, un livello di coscienza molto basso, che può essere elevato e stimolato, con il porvi continuamente attenzione, e tramite lo psichismo di chi lo sta "caricando"; con la propria dedizione.

Ben presto, quell'oggetto diviene il ricettacolo di uno Spirito Elementare, corrispondente, per potenza, alla carica proiettata su di esso. L'ulteriore attenzione dedicatagli, eleva l'embrionale consapevolezza dell'oggetto, fino a darle la consistenza di uno Spirito Semplice; la cui venerazione, ripetuta nel tempo, da parte di più individui, può evolversi in un nucleo di consapevolezza divina.

Gli Spiriti Elementali, o Spiriti della Natura, associati al manifestarsi della forza vitale, per mezzo della materia organica, sono stati venerati dagli antichi come divinità minori; o come spiriti guardiani di luoghi, fonti, alberi, laghi, e fiumi sacri. Tali forze; sono in grado di farsi percepire ed interpretare, come immagini archetipiche.

L’ Egregoro non ha un'esistenza organica maggiore, sul piano materiale, che in quello astrale, poiché essa non si concretizza che attraverso l'adesione passiva, di molti esseri umani, alle opzioni forti; già scelte intenzionalmente dagli Iniziatori che hanno attivato il Patto egregorico. La Realtà astrale, nasce e si mantiene con l'onda di influenza stessa, che il primo centro materiale, propaga e diffonde. Quest'onda, prende un'esistenza reale, dal momento che continua ad agitare e muovere il suo proprio centro di propagazione, e vi sussiste tanto più durevolmente, in quanto contiene sempre più energia, incontrando sempre minori resistenze, nel supporto psichico delle proprie maestranze consapevoli, e delle loro inconsapevoli vittime esterne.

E' così che le Società Segrete, Sacerdotali, Templari, o Magico rituali, a forte coesione razziale, e con un’animazione fluidica molto viva, continuano a vivere astralmente; molto tempo dopo che la loro azione si è spenta sul piano materiale. Se interviene su quest'ultimo, un raggruppamento collettivo identico, o a morfologia psico-simile, l'Egregoro può continuare ad alimentarsi; ed a crescere indisturbato.

L'Ebraismo, di cui il Cristianesimo giudaico e l’Islam non sono che delle frange riformiste, e scismatiche, ha il proprio Egregoro esclusivo in JAHVE'; e combatte quindi, necessariamente, tutte le formulazioni egregoriche divine delle altre razze, etnie, e popoli.
Negando, alienando, ed osteggiando il culto degli Dei ariani, Semiti, egizio atlantidei, o delle altre razze, i Giudeo Cristiani, gli Ebrei, e gli islamici, che di fatto formano una sola Tri-unità egregorica semita, tentano semplicemente di imporre, al mondo, ed alle razze altrui, l'egemonia assoluta del proprio Dio tribale e razziale: Jahvè, Geova, o Allah.

Gli Egregori di matrice semita, sono molto familiari all'occultista occidentale mediterraneo, e si raggruppano in organi astrali molto potenti, che generano entità egregoriche sempre più forti e globali, avversarie e nemiche giurate, degli Egregori divini della razza ariana e solare nordica. Questi raggruppamenti anti-ariani, avvengono per affinità ideale, e si prolungano fino alla costituzione di due blocchi astrali che, le sette jahveiche semite, proiettano nel Piano Spirituale olografico, come l'Adam Kadmon e Adam Belial, che da vicino o da lontano, e con nomi diversi, servono comunque l'Egregoro Jahvè, e sono serviti, implicitamente, da tutte le Società segrete, templeri e cultuali di matrice ebraico – cristiano - islamica; cioè semita.
Se l'Egregoro è l'Idea trasmessa, la Catena Occulta rappresenta non quest'Ideale, ma i protagonisti che lo hanno concepito e realizzato, e tutti coloro che lo promuovono. L'Egregoro è uno, la Catena occulta è, al contrario, costituita da diverse Entità: quei promotori delle idee, del passato e del presente, che ora vivono nei tre livelli di esistenza: Fisica, Psichica e Mentale, o Spirituale.


La Catena Occulta si compone di esseri materiali ed astrali, ed assomiglia ad una vasta rete occulta, che organizza, per i propri fini, un ampio gioco di relazioni e di azioni interattive, i cui partecipanti possono avere sia un ruolo consapevole, ed attivo, che occasionale, passivo, o di adesione blandamente favorevole.
JAHVE' è quindi il Dio Egregorico, formulato come Unico oggetto della loro Monolatria, dagli Ebrei di Mosé, nel deserto del Sinai, durante i quaranta anni di un Esilio volto alla costruzione del loro Patto di elezione razziale con quell’Entità.



Mauro Likar

lunedì 1 marzo 2010

ARTE


ARTE E MESSAGGI

Accetta il dono del Dio, e degli Dei, sue forme molteplici; quando ti tocca, con un’espressione di abbagliante purezza. Fuoco nella Terra, essere non umano, non trasmissibile, Tu sei l’individuo metafisico:il Segreto che si svela vivendo.

Tralascia il vaniloquio dei diversi saperi, e sappi solo ciò che il diretto contatto con il tuo essere divino, dice di te. Abbandona il gusto elitario del segreto, e l’umana debolezza che lo contraddistingue. Tutto è già chiaro, libero da simboli e significati, ma intenderlo efficacemente dipende solo da te. La Via Regale è un silenzio, privo di nomi altisonanti.



Mauro Likar